Memetro, in Spagna aguzzano l’ingegno e non pagano più il biglietto

Non solo a Roma e in Italia si sta assistendo all’aumento delle tariffe e la privatizzazione del servizio pubblico locale. Le politiche di austerity affliggono tutti i paesi europei. La gente è così spinta a cercare sempre nuovi metodi per autoridursi i costi della crisi. In Spagna a Madrid alcuni ragazzi hanno dato vita all’associazione senza fini di lucro “Memetro”  contro il rincaro dei biglietti. All’associazione ci si iscrive pagando 7 euro di iscrizione che vanno a far parte della cassa multe.  Attraverso un utilizzo sapiente dei social network, primo fra tutti Twitter, si segnala la presenza dei controllori sui mezzi in modo da comunicarlo agli altri utenti. Nel caso in cui si venga beccati, si finge di non sapere della obbligatorietà del titolo di viaggio, da qui il nome della campagna. In caso di multa i membri dell’associazione possono attingere alla cassa comune. In sole due settimane hanno aderito all’associazione più di 3 mila persone.

http://www.memetro.net/

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Dai bit agli abbonamenti ecco tutti i rincari Atac

Aumenti in vigore dal 25 maggio. Il biglietto cresce da 1 euro a 1 euro e mezzo. La corsa passa da 75 a 100 minuti. E a settembre tornano le tessere mensili per studenti e over 65

Diciassette giorni all’aumento del biglietto Atac. Quando i romani, dal 25 maggio, andranno in edicola, in tabaccheria o alle macchinette self service per rifornirsi del titolo di viaggio troveranno la stangata ormai operativa. L’unica notizia positiva, rispetto al piano tariffario diffuso dall’azienda in questi giorni con 15mila depliant, è che da settembre sarà possibile per studenti e over 65 pagare in rate mensili l’abbonamento annuale. Il Bit, biglietto integrato a tempo, passa da un euro ad un euro e 50 centesimi, con la magra consolazione del prolungamento della validità dal momento della timbratura: da 75 a 100 minuti. Il Big, il biglietto integrato giornaliero, aumenta da 4 a 6 euro. Il Biti, che vale tre giorni, passa da 11 a 16,50 euro, mentre il Cis, utilizzabile per sette giorni, non costerà più 16 euro, ma 24.
Grandi cambiamenti per gli abbonamenti mensili, che vengono drasticamente tagliati. Rimangono solo l’ordinario personale, che passa da 30 euro a 35, e l’impersonale, che dai 46 euro di oggi dal 25 maggio costerà 53 euro. Spariscono il mensile per anziani a 18 euro, e quello a contribuzione a 4 euro. Over 65 e studenti

avranno però la possibilità di frazionare il loro abbonamento annuale in rate mensili, come hanno promesso il sindaco Gianni Alemanno e l’assessore alla Mobilità Antonello Aurigemma. Rimane il mensile agevolato per disoccupati, che mantiene lo stesso prezzo di 16 euro. Dal 25 maggio, l’abbonamento annuale per gli over 65 sarà modulato in base al reddito Isee: 120 euro fino a 10mila euro di Isee, 130 euro per i redditi compresi tra 10mila e 15mila, 150 euro fino a 20mila euro di Isee. Fasce Isee anche per giovani e studenti: 130 euro l’abbonamento annuale per un reddito Isee fino a 10mila euro, 140 tra i 10mila e i 15mila euro, 150 fino a 120mila euro di Isee. Altrimenti l’ordinario annuale passa da 230 euro a 250, con una riduzione del 10% per un secondo abbonamento comprato all’interno dello stesso nucleo familiare. Rimangono invariate le gratuità per bambini fino a 10 anni, mutilati e invalidi di guerra. Abbonamento annuale di 40 euro per rifugiati politici, perseguitati razziali, vittime di stragi del terrorismo con residenza a Roma e reddito Isee inferiore ai 20mila euro. Chi, dopo il 25 maggio, si troverà ancora in possesso di vecchi biglietti potrà continuare ad utilizzarli fino al 31 luglio. Successivamente, dal 1 agosto al 31 ottobre si potranno sostituire i titoli di viaggio non più in vigore pagando la differenza alle biglietterie Atac.

-Da Repubblica (08 maggio 2012)

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ASSEMBLEA “La mobilità è un diritto di tutti e tutte, riappropriatene e non lo delegare!”

Mercoledì 9 Maggio ore 17 facoltà di Giurisprudenza – “La Sapienza”

L’aumento del biglietto Atac a 1.50, previsto per giugno, e la cancellazione degli abbonamenti mensili, comprese le riduzioni per
alcune fasce, sono solo i primi passi verso una totale privazione del diritto alla mobilità.

Le giustificazioni fornite per l’aumento del ticket sono ingannevoli, dall’aumento del costo del carburante fino alla farsa della maggiore durata temporale del biglietto, da 75 a 100 minuti. In realtà l’aumento servirà ad appianare l’enorme debito di Atac, che nell’ultimo bilancio ammonta a quasi 400 milioni di euro; a finanziare gli stipendi d’oro dei manager, con 70 retribuzioni oltre i 100.000 euro e uno stipendo che arriva a 600.000 euro; tutto questo mentre i dipendenti “normali” dell’azienda rischiano il licenziamento con la scusa che l’azienda è in crisi, sono costretti a mettersi in malattia perché non gli concedono le
ferie, e verrano penalizzati gravemente col nuovo piano aziendale e il progetto di privatizzazione dell’azienda, che porterà altri tagli sia al personale che alle linee.
Noi non ci stiamo. In una città dove il traffico e lo smog sono un
problema gravissimo e i lavoratori sono costretti a ore di macchina per
andare al lavoro, l’auemento del biglietto è una provocazione
inaccettabile.
Non vogliamo pagare per un servizio scadente: le corse sono
insufficienti, le corsie preferenziali sono poche e mal fatte, i
notturni saranno sempre di meno, la metro non copre neanche il 20% del
territorio cittadino, i mezzi sono vecchi e pericolosi, le periferie
abbandonate a se stesse.
Non vogliamo pagare i debiti accumulati per la mala gestione e per i
loro stipendi milionari!
Vogliamo il ritiro del piano aziendale e la fine dei licenziamenti, e
ci opponiamo alla privatizzazione di questo essenziale servizio
pubblico!

Vogliamo un trasporto pubblico accessibile a tutti, che funzioni sia di
giorno che di notte, che preveda agevolazioni per le fasce non protette,
che assicuri i diritti dei lavoratori, che non renda lo spostamento in
città uno stress o un privilegio per alcuni, ma un servizio garantito ed
efficiente.

Ne parleremo mercoledì 9 maggio alle 17 a La Sapienza, aula 9 Facoltà di Giurisprudenza

La mobilità è un diritto di tutti/e, riappropriatene e non lo
delegare!

Assemblea per le autoriduzioni

http://www.facebook.com/events/104078196396441/

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Cancellano le agevolazioni, noi il biglietto non lo paghiamo!

Spariscono le agevolazioni per giovani e anziani, non sarà più possibile fare l’abbonamento mensile a 18 euro, ma solo la carta annuale. Questa è l’ultima misura che emerge dal piano Atac. Non solo aumenterà il biglietto ma taglieranno le linee, specie quelle periferche, e riducono già da adesso le corse, nonostante l’aumento dell’utenza di fronte al caro benzina.

Qui sotto il link di che rimanda alla petizione  che alcuni studenti  stanno portando avanti nelle università. Noi pensiamo che le petizioni non bastino e che sia necessario fare un passo avanti nelle rivendicazioni. Non pagare più il biglietto perché il  trasporto deve essere gratuito per tutti e tutte, non solo per giovani e anziani.

http://romasenzastudenti. tumblr. com/

 

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Ostia, 17enne aggredisce controllore Atac aveva scavalcato i tornelli senza biglietto

L’episodio è accaduto alla stazione Lido Centro, una fermata della ferrovia Roma-Lido, intorno alle 12,30. La vittima, subito soccorso dai sanitari del 118, ha riportato una serie di ferite, tra cui la frattura del setto nasale.

Aggredito un controllore dell’Atac, P.M., per aver tentato di fermare un ragazzo che stava scavalcando un tornello. L’evento è accaduto alla stazione Lido Centro, una fermata della ferrovia Roma-Lido, intorno alle 12,30.
Il giovane, un ragazzo di 17 anni, stava tentando di scavalcare i tornelli d’ingresso senza pagare il biglietto. Fermato dal dipendente dell’Atac, ha subito aggredito l’uomo con calci e pugni. Il controllore, subito soccorso dai sanitari del 118 e trasferito all’ospedale Grassi di Ostia, ha riportato una serie di ferite, tra cui la frattura del setto nasale. Guarirà in 30 giorni.
L’aggressore, invece, è stato arrestato dai carabinieri e denunciato per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Il 17enne avrebbe già precedenti simili. L’Atac, che ha inviato una delegazione di rappresentanza all’ospedale, ha dichiarato che si costituirà parte civile e fornirà assistenza legale al suo dipendente.

– Da Repubblica (29 aprile 2012)

 

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Atac, stangata abbonamenti in rivolta studenti e over 65

“Spariti gli abbonamenti mensili, le agevolazioni sono una farsa”. Dal primo giugno i rincari dei mezzi pubblici non risparmieranno neanche le fasce più a rischio come pensionati, invalidi e studenti”

Le chiamano “agevolazioni”, ma in realtà sono vere e proprie stangate. Dal 1° giugno, come previsto dalla delibera n.53 della giunta capitolina del 29 febbraio scorso, biglietti e abbonamenti dell’Atac aumenteranno di prezzo. Un rincaro che non risparmierà neanche le fasce più a rischio, come i pensionati, gli invalidi e gli studenti. Proprio in questi giorni, infatti, l’azienda del trasporto pubblico sta inviando agli abbonati una lettera in cui avverte gli utenti delle nuove “agevolazioni” che, però, corrispondono a evidenti aumenti. Se infatti dal 1° giugno il biglietto del bus da 75 minuti (il Bit) passerà da 1 a 1,50 euro (valido, però, 100 minuti), la principale novità per gli abbonamenti “agevolati” sarà che non si potrà più acquistare la card mensile, ma solo quella annuale. Ecco allora che, ad esempio, per i pensionati con un reddito Isee fino a 10mila euro (dunque con una pensione di circa 800 euro al mese) dal 25 maggio potranno acquistare l’abbonamento Atac annuale al prezzo di 120 euro anziché 100. Gli over 65 con reddito Isee fino a 15mila euro, invece, pagheranno l’abbonamento annuale 130 euro, mentre fino a 20mila euro di reddito il costo salirà a 150 euro.
Oltre all’aumento, poi, non ci sarà più la possibilità di comprare l’abbonamento mensile. “Negli anni precedenti le agevolazioni erano legate esclusivamente al reddito personale, ora invece saranno graduate in base agli scaglioni dell’Isee  –  attacca il sindacato dei pensionati SpiCgil  –  ancora una volta la giunta Alemanno penalizza gli anziani in un momento di grave crisi economica e finanziaria”. Per questo, il sindacato chiede “un incontro urgente con l’assessore capitolino alla Mobilità, Antonello Aurigemma”. Il quale, però, bolla come ottime misure le pseudoagevolazioni. “Il Campidoglio e l’Atac sono riusciti a confermare le agevolazioni tariffarie nei confronti delle categorie disagiate nonostante gli ingenti tagli, operati a livello nazionale, nei confronti del trasporto pubblico locale” E poi aggiunge: “Le nuove regole prevedono che le agevolazioni siano legate al parametro del reddito Isee, che non dovrà superare i 20mila euro. Ciò garantisce, nella massima trasparenza, che a usufruirne siano le persone che ne hanno davvero bisogno”.

Rassicurazioni che, però, non convincono gli studenti. “La giunta Alemanno per far fronte ai problemi di bilancio dell’Atac scarica i costi sugli studenti”, protesta il sindacato universitario Link, che ha avviato una petizione per chiedere “l’immediato ripristino dell’abbonamento agevolato mensile, anziché solo annuale, sia per gli studenti residenti a Roma che per i fuorisede, da sempre esclusi da qualsiasi tipo di agevolazione”.

– Da Repubblica (24 aprile 2012)

 

 

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Atac, meno 220 autobus in 5 anni “Zero risorse da Comune e Regione”

Nel 2006, il parco mezzi dell’Atac contava 2.329 vetture con un’età media di 4,8 anni. Nel 2011 appena 2.108 autobus, con un’età media di quasi 9 anni. E punte di 14. La denuncia di Valeriani (Pd): “Alemanno e Polverini hanno abbandonato l’Atac”. Le nuove vetture, previste per l’anno prossimo, saranno acquistate in leasing. E tutte alimentate a gasolio.

Sempre di meno e sempre più vecchi. Spesso guasti. I mezzi a disposizione del trasporto pubblico nella Capitale d’Italia hanno in media quasi 9 anni. Ma non mancano le vetture “storiche” risalenti addirittura a 14 anni fa. Qualche giorno fa Atac annunciava trionfalmente l’arrivo di 399 nuovi bus per la primavera dell’anno prossimo. E nel frattempo? Nel frattempo, i romani dovranno “anticipare le spese”, visto il prossimo aumento a 1,50 euro del biglietto. Sperando che il numero dei guasti, già assestato intorno al 25% (una percentuale fisiologica, vista l’età dei mezzi circolanti), non subisca ulteriori, preoccupanti incrementi.

TUTTO FERMO DAL 2008 – “Le ultime grandi forniture di autobus – denuncia il consigliere comunale Massimiliano Valeriani (Pd) – risalgono al triennio 2005-2007, grazie al contributo di Regione, Comune di Roma e Ministero dell’Ambiente”. Dopo di allora “sono stati acquistati solo minibus elettrici e circa 24 bus a metano”. Un po’ pochino per una città con quasi 3 milioni di abitanti e 1 milione e 800 mila pendolari (dati Istat). Non potendo contare su un ricambio “generazionale”, i mezzi a disposizione dell’Atac sono andati incontro a un naturale fenomeno d’invecchiamento. Ma la pensione è ancora lontana. Il confronto fa impressione: “nel 2006 – prosegue Valeriani – l’azienda contava un parco mezzi di 2.329 vetture con un’età media di 4,8 anni”. Nel 2011 siamo arrivati a “2.108 vetture e l’età media è salita a 8,4 anni”.

NESSUNA RISORSA DA COMUNE E REGIONE – Dopo la “grande infornata” del 2005-2007, secondo Valeriani, “Alemanno e Polverini hanno abbandonato l’Atac, costringendo l’azienda a ricorrere a risorse interne per rinnovare il parco mezzi”. Tanto è vero che le nuove, attesissime 399 vetture “verranno acquisite utilizzando la formula del leasing finanziario”. “La governatrice del Lazio ha stanziato 140 milioni di euro per l’acquisto di 600 nuovi bus della Cotral, mentre all’Atac non assegna neanche un euro, negando pure i fondi previsti dal contratto di servizio”. Non fa meglio il Campidoglio che “non ha mai finanziato la fornitura di nuovi autobus, limitandosi a rimpiazzare esclusivamente le vetture andate distrutte in seguito agli incendi nel deposito di Trastevere e in quello di Tor Pagnotta”.

IL RITORNO AL GASOLIO – Dopo un inverno passato a preoccuparci dei livelli di polveri sottili nell’aria (troppo spesso superiori ai limiti) e col prezzo dei carburanti in costante ascesa, stupisce poi la scelta dell’Atac di acquistare solo mezzi alimentati a gasolio. Un passo indietro: “già nel triennio 2005-2007 – ricorda Valeriani – la scelta di bus alimentati a metano aveva l’obiettivo di diminuire le spese per il carburante e i livelli di inquinamento atmosferico”. A breve, annuncia il consigliere, “presenterò una mozione in Consiglio comunale per chiedere che almeno una parte della nuova fornitura sia a metano”.

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Atac esce da Metrebus e “scarica” i pendolari

La mossa dell’ad Carlo Tosti per aumentare il prezzo dei biglietti: addio al consorzio con Cotral e Trenitalia. E a pagare le conseguenze dei tagli saranno i cittadini.

Nella guerra che la Regione ha dichiarato ad Atac, a rimetterci come al solito sarà l’anello debole della catena: pendolari e utenti. Che col nuovo anno, se l’ultimatum dell’ad Carlo Tosti resterà inascoltato, dovranno farsi il segno della croce e sperare di arrivare. Trenini e collegamenti extraurbani non saranno più garantiti. Bus e metrò ridurranno le corse.
Dopo il vertice di giovedì scorso, nel corso del quale l’assessore regionale Francesco Lollobrigida ha annunciato la decurtazione dei fondi per il contratto di servizio relativo alle ferrovie concesse (da 94 a 55 milioni) e per quello del trasporto cittadino (meno 40 milioni), Tosti ha preso carta e penna e inviato due lettere di fuoco: una allo stesso titolare della Mobilità laziale, l’altra al consorzio Metrebus. La prima per comunicare che, alla luce degli 80 milioni di tagli e del mancato via libera alla manovra tariffaria necessaria a far quadrare i conti, Atac sarà costretta  –  dal 1° gennaio 2012  –  a “sospendere e/o limitare l’esercizio” sulle linee RomaLido, TerminiGiardinetti e RomaViterbo, valutando se “scorporare dalla società, d’intesa con il socio unico Roma Capitale, il ramo d’impresa interessato”: il che comporterà la restituzione di treni, infrastrutture e personale, con inevitabili disservizi per gli utenti.
L’altra l’ha invece spedita al Consorzio Metrebus, stavolta per notificare l’avvio delle procedure per disdettare il contratto che lega l’Atac a Cotral e a Trenitalia:

  significa che se finora i pendolari potevano acquistare un solo biglietto o un unico abbonamento per viaggiare su treni regionali, pullman extraurbani, bus e metropolitane romane, con l’anno nuovo  –  con il cambio del gestore  –  dovranno munirsi di un ticket per ogni tratta percorsa. Oltre a subire i disagi conseguenti. Una mossa obbligata per l’azienda capitolina: solo così potrà aumentare i biglietti in autonomia, senza aspettare l’ok della Regione: da 1 euro con validità 75 minuti a 1,5 euro per 100. Misura che, se attuata, sarebbe un autentico disastro per Cotral e gli abitanti del Lazio che usano i collegamenti da e verso Roma: l’azienda dei trasporti regionale è infatti sprovvista, tanto per dirne una, della rete di distribuzione e vendita dei ticket.
Non aveva altra scelta, Tosti. Con i suoi è stato chiarissimo: “Con le risorse date non è possibile garantire il servizio”. Perché è vero che il governo ha tagliato 160 milioni all’anno al fondo dei trasporti laziali, ma il 50% è stato imputato alla sola Atac. In sostanza: la Regione se n’è infischiata (“volutamente”, maligna più d’uno) del precario stato di salute di un’azienda che sta per chiudere l’esercizio in corso con l’ennesimo profondo rosso: meno 200 milioni. Per salvarla, l’ad ha assoluto bisogno che il Piano industriale 20112015 dispieghi al più presto i suoi effetti, a partire dalla manovra tariffaria che vale 35 milioni. E soprattutto che Comune e Regione capiscano la drammaticità della situazione, visto che finora i numerosi solleciti, verbali e scritti, non sono serviti neanche a far aprire un tavolo di trattativa alla Pisana.
Non bastano più l’abbattimento dei costi (meno 40 milioni) e la stretta sui conti, che ha migliorato di 24 milioni il margine operativo lordo. E neppure la disdetta dei contratti integrativi che ha scatenato lo scontro con i sindacati. Senza azioni forti l’azienda rischia il crac. Appesantita, tra l’altro, dal netto rifiuto della Poverini di riconoscere i 600 milioni di crediti vantati. Mentre i debiti crescono: 400 milioni verso le banche, idem con i fornitori (dai 280 del 2010). E c’è già chi paragona l’Atac al Titanic: “Sta per affondare ma c’è chi suona l’orchestrina”.

 

Da Repubblica (02 novembre 2011)

 

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