Il piacere di essere infami

Se si dovesse usare la parola più appropriata, si dovrebbe parlare di delazione. O infamia. La società d’oggi, impregnata di quello stupido concetto di legalità, è cosituita da persone che per senso del dovere o, un altro concetto molto di moda, per senso civico si armano di fotocamera e filmano chi non rispetta le regole.

Non pagare il biglietto, scavalcare il tornello, fuggire dalle guardie, attaccare un adesivo, volantinare, organizzare una protesta non autorizzata dall’autorità (vi rendete conto del controsenso di chiedere l’autorizzazione al potere per protestare contro il potere?), tutte queste azioni sono considerate da molti illegali, quindi illegittime, quindi pericolose per la convivenza.

Ah, quello non paga il biglietto, ora lo filmo e lo denuncio! Quello passa il tornello senza pagare? Ora chiamo la vigilanza. Quello crea disordine, puzza, si droga, non rispetta le regole come dovrebbe? Lo tengo fermo e aspetto che la polizia gli dia una bella lezione!

Tutti questi bravi cittadini che aspirano a diventare guardie e controllori degli altri dovrebbero vergognarsi sia per il ruolo che vogliono svolgere, sia per l’incapacità di porsi i problemi in una chiave diversa dal semplice legale/illegale. Non pagare il biglietto viene definito un gesto da teppisti, prepotenti, furbi; queste pecore senza cervello si stanno iniziando a divertire con i loro filmati infami e le loro geniali proposte perché tutti rispettino le regole. Su romafaschifo.com un bravo cittadino si lamenta del fatto che la gente si accodi ad altri passando il tornello senza timbrare il biglietto, e aggiunge: ” “Continuare a favorire tutti questi furbi e prepotenti, non solo si crea un considerevole mancato introito, ma diminuisce di parecchio la percezione della sicurezza dei viaggiatori perché durante l’ attesa sulla banchina, nelle metro e l’ uscita si sentono intoccabile e danno fastidio agli altri passeggeri”.

E la risposta che gli viene data è

“Luigi ci prometti che la prossima volta fai un video? Non guasta mai. Inoltre una cosa, che tu non consigli ad Atac, per risolvere buona parte del problema (non tutto) sarebbe sufficiente attivare i tornelli in uscita anche. A Milano lo hanno fatto da qualche settimana, con eccellenti risultati. A Roma la vidimazione in uscita è prevista, ma non si effettua. Perché?

-Roma fa schifo”

Capito? Questa gentaglia che non paga, con la sua sola presenza, dà fastidio perché si sente intoccabile!

Non è che forse sono i dirigenti e i padroni a sentirsi intoccabili? E le cubiste assunte senza concorso? E cosa dire degli impicci dell’Atac come-ultima in ordine di tempo-le tangenti versate per comprare autobus senza fattura? Cosa dire di questo branco di fascisti miliardari che gestiscono un azienda pubblica come fosse roba loro? Invece di fare inchieste su chi impone l’aumento del biglietto e fa aspettare la gente per ore alle fermate, invece di chiedervi com’è possibile che a Roma ci siano solo 2 linee metro e intere zone non collegate col centro, volete solo più guardie e meno graffiti. Più legalità andate a chiederla, se proprio ci tenete tanto alla legge, a chi ruba i soldi e a quelle facce da culo dell’Atac, che si stanno comprando un palazzo nuovo per decine di milioni di euro.

Noi ribadiamo che non pagare il biglietto, saltare il tornello e rivendicare un servizio pubblico gratuito ed efficiente è giusto e doveroso; e invece di filmare chi non paga (che poi tutti pagano indirettamente, ma vabbè…) andate a filmare chi ha in mano il potere e tutte le schifezze che fanno loro. Noi non vogliamo né guardie né tornelli, perché viaggiare è un diritto di tutti e chi non ha soldi o non vuole alimentare questa azienda ridicola ha il diritto di prendere la metro come ce l’ha il bravo cittadino borghese con molto senso civico e un grande rispetto delle regole.

 

 

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3 risposte a Il piacere di essere infami

  1. Fred scrive:

    Caro Stefano, condannare chi non paga il biglietto (arrivando a “rubare”, male che va, meno di un euro al giorno) e tacere su chi utilizza l’atac e le aziende pubbliche come moneta di pagamento per ripagare oscuri favori denota una miopia veramente sensazionale.

    Il Comitato ha individuato quali sono i bersagli da attaccare: dalle autorità comunali fino alla legislazione nazionale che impone una gestione privatistica dei servizi pubblici.
    Dov’è la guerra tra poveri in tutto ciò?
    Non sarai tu, forse, ad entrare in una logica di guerra tra poveri nel momento in cui poni te (povero, che paghi il biglietto) contro quelli che non pagano (poveri anche loro)?

    Se hai proposte o analisi migliori, perchè non entri in contatto con noi?

  2. Stefano Perelli scrive:

    Yamunin, a Vienna è a dir poco inconcepibile NON pagare il biglietto della metro o prendere il giornale senza pagarlo. L’Austria non è l’Italia. Tu pensi che se si provasse a mettere il modello austriaco qui da noi, anche solo per una settimana, qualcuno pagherebbe davvero? O ci sarebbero un bel po’ di free rider (“paraculo/parassita”) che vogliono e non pagano?

    E poi, comunque, se permettete: a me, che pago il biglietto, rode un po’ se qualcuno passa al tornello approfittandosi dei soldi che pago io. Qui si tratta della legge della giungla, della legge della sopraffazione, della legge del più prepotente sul più debole. Perchè gli stupidi metodi di protesta che proponete sono nient’altro che un incrocio tra luddismo e guerra tra poveri.

  3. yamunin scrive:

    Ad esempio: a Vienna non esistono tornelli per la metropolitana. I quotidiani stanno in una busta di plastica appesa ai pali dell’illuminazione stradale, chi ha bisogno del giornale lo prende e lascia i soldi. Nessun controllo.
    In Italia si vuole il controllo ed è triste.

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