Milano, i media e l’isteria generale

ieri a Milano i lavoratori e le lavoratrici dell’Atm, azienda di trasporti milanese, hanno scioperato mandando in tilt la città.  quello che è davvero interessante agli occhi dei media, che si dimostrano sempre più ridicoli e banali, è stata la reazione isterica dei comuni cittadini”, il loro essere stati trattati “peggio di bestie”, il tutto correlato da video allarmanti e foto indecenti. il corriere (perché non abbiamo il coraggio di leggere giornali più a destra) ha scritto un bell’articolo sull’ingiustizia subita dai malcapitati milanesi. quello che è forse più grottesco è l’aver sbagliato completamente il soggetto vittima di questa situazione, e di questo vi volevamo parlare perché ha a che fare con l’intera società.  delle persone scioperano (perché? cosa vogliono? cosa non vogliono? cosa li spinge a scioperare e perdere una giornata di lavoro? tutto ciò non conta…) e la cosa più ingiusta, secondo il corriere, è che “Le sorelline ventenni Giulia e Alice Foglia” abbiano avuto paura. Nomi e cognomi, sì, perché a chi subisce uno sfruttamento sul lavoro non bisogna dare un nome (al massimo c’è qualche delegato sindacale che si può citare, al massimo però…), ma alla signora Antonella che prende fiato e dice che stava soffocando sì. Un’altra signora trema. L’isteria generale arriva al punto che “Un paio di ragazzotti sbattono pesanti manate sulle fiancate del treno, bum bum come un tamburo, il resto del convoglio si unisce al coro: «Vergogna! Vergogna!»”. E il bravo giornalista aggiunge una parola molto significativa: Frustrazione. Ma frustrazione di chi? Del pendolare che non può andare al lavoro e rischia di finire schiacciato per prendere l’ultimo treno, o del lavoratore che sciopera? Perchè in questo paese del cazzo chi sciopera non ha veramente il diritto di farlo, le sue ragioni non interessano, specialmente se mette in tilt una città come Milano dove se non lavori e non hai i soldi non sei nessuno, dove le persone sono disposte a FARSI trattare come bestie per prendere in fretta una metropolitana e spostarsi da una parte all’altra della città. Non c’è il menchè minimo accenno alla tristezza esistenziale di una popolazione di tremanti, isterici, sudati pendolari che inveiscono contro tutto e tutti perchè gli viene tolto il diritto alla mobilità. E lo diciamo noi che ci facciamo una campagna e una lotta quotidiana per il diritto alla mobilità. Ma forse il diritto ad una condizione di lavoro migliore viene prima. Ai bravi cittadini della Milano raccontata dal corriere non va giù che la loro routine venga sconvolta da qualche rompicoglioni che non vuole lavorare. Come non va bene ai bravi borghesi romani, vittime della cultura della legalità, che qualcuno non paghi il biglietto per protesta. Come non va bene che si manifesti e si metta sottosopra una città, non va bene andare in curva, non va bene imboccare a lezione all’università e parlare ad un megafono, non va bene occupare un edificio abbandonato per viverci, non va bene lottare, protestare, bloccare le strade, non va bene non avere voglia di lavorare, non va bene niente di tutto ciò che è contro la routine e il sistema.

a chi non va bene tutto questo però? forse dandosi una risposta qualcosa cambierà.

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_ottobre_3/martedi-nero-trasporti-pubblici-2112075071352.shtml

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