Un’inchiesta pubblicata il 25 settembre scorso, in seguto alla chiusura dell’indagine, sull’edizione romana del Messaggero getta ulteriore luce sulle vergogne della parentopoli dell’Atac. L’indagine, condotta dal pm Francesco Dall’Olio, riguarda 49 assunzioni pilotate tra Trambus e Metro Spa, che poi sono confluite in Atac. Otto gli indagati, tutti per abuso d’ufficio: Adalberto Bertucci (ad di Trambus), Antonio Marzia (ad di Metro Spa), i direttori delle risorse umane di Trambus e Metro Spa, rispettivamente Luca Masciola e Vincenzo Tosques, fino all’Assessore per l’Ambiente Marco Visconti. L’inchiesta del quotidiano riporta alcuni casi eclatanti tra parenti e amici. Trovare lavoro è sempre più difficile, e la pensione è ormai un miraggio. Lo sanno bene i quadri del Pdl, visto che, con il concorso dei loro degni compari del Pd, dell’Udc e quant’altro, hanno demolito il primo e annullato la seconda. E’ anche vero che chi è stato fedele, ha portato voti e ha sempre lottato per la causa va ricompensato. E così Gianluca Ponzio, direttore del servizio relazioni industriali che in gioventù flirtava coi Nar (gruppo terrorista di stampo fascista), si è aggiudicato un contratto da 100mila euro annui con maggiorazioni del 25% qualora vengano raggiunti determinati obiettivi; la particolarità del contratto è che questi obiettivi aziendali non vengono specificati (evidentemente gli obiettivi erano la disperazione dei viaggiatori e il supersfruttamento dei lavoratori)!. Ci risulta che ora guadagni 240mila euro. Mauro Lombardo, vicesindaco pdl di Guidonia, è stato assunto dapprima come operatore a 19mila euro, per poi schizzare a 170mila con il suo nuovo incarico di direttore dell’ufficio acquisti. L’ex consigliere comunale di Palombara Sabina Manolo Cipolla rende onore al suo cognome: a sapere che guadagna 160mila e rotti euro per essere il capo degli acquisti in economia, ci viene da piangere. Un po’ peggio va a Pietro Menicucci, candidato (e trombato) presidente dell’XI Municipio per il pdl, che si accontenta di 110mila euro per fare boh; infatti stabilire la mansione del Menicucci risulta alquanto ostico, non tanto perchè il suo contratto di assunzione è impreciso, quanto perchè manca proprio il contratto! Una menzione d’onore merita l’ineffabile Francesco Bianco, di cui avevamo già parlato in questo blog. Ex Nar anche lui, ha fatto parte del commando che uccise a sangue freddo il ventiquattrenne Roberto Scialabba, ed è stato processato per rapine e tentato omicidio; chi conosce bene la sua storia afferma che “non ci sta pezzo della storia della destra radicale romana che non lo abbia visto protagonista”; ciliegina sulla torta, è stato gambizzato qualche mese fa in circostanze poco chiare. Un autentico cowboy moderno, insomma. Assunto con contratto a tempo indeterminato a 32mila euro l’anno, afferma di aver preso la licenza media “presumibilmente” (!) negli anni 1974-1975, in scuole medie statali di cui non ricorda nè il nome (!!) nè la via (!!!). Nel suo fascicolo in Atac non c’è traccia del certificato penale; in compenso c’è un’autocertificazione, in cui il nostro afferma di aver estinto completamente il suo debito con la legge… La prossima volta che un controllore vi farà la multa, provate a dirgli “tranquillo, tranquillo, ho già pagato!”. La famiglia, si sa, è uno dei valori che più sta a cuore alla nostra giunta comunale; valore sempre più messo in pericolo da piaghe sociali come la precarietà e crisi. Il summenzionato Adalberto Bertucci, PdL, ha dunque pensato di onorare la (sua) famiglia e di risolvere il problema della precarietà assumendo suo nipote, Fabio Giangreco, a tempo indeterminato con il discreto stipendio di 32mila euro annui; non che avesse particolari competenze, perchè, stando a quanto dice la Praxis (l’agenzia esterna che si occupa dei colloqui di chi deve essere assunto), il nostro Fabio era una “persona giovane ed inesperta da utilizzare in impieghi di taglio elementare”. Migliore sorte è toccata al genero del Bertucci, Patrizio Cristofari, che è diventato dirigente con uno stipendio stellare a sei cifre (il Messaggero parla di 150mila euro, ma a noi risulta che guadagni 240mila euro in quanto responsabile dell’Area mantenimento aree civili e impianti). Segue la moglie dell’assessore Visconti, Barbara Pesimena, diplomata in ragioneria, ex segretaria in un ambulatorio ed ex cassiera-capo in alcuni negozi di abbigliamento, misteriosamente posta a direzione della “Gestione degli eventi sanitari” (73mila euro per fare chissà cosa). Di fronte a questo ladrocinio fa sorridere la circolare di “Roma – servizi per la mobilità” che invita i lavoratori a risparmiare stando attenti a non lasciare le luci accese, a non sprecare penne e carta e a fare attenzione a non intasare i lavandini. Al netto del proverbiale mangia-mangia, questa indagine ci porta ad alcune riflessioni. Pensiamo che le assunzioni pilotate siano state il modo con cui l’amministrazione comunale ha “pagato” gli assunti (o le persone e associazioni da cui gli assunti dipendono) per fare qualcosa che avevano fatto o che dovevano fare; possiamo pensare a pacchetti di voti o a qualsiasi cos’altro: data la complessità e la disonestà generale della situazione, non è il caso di porre limiti alla fantasia! In secondo luogo, buona parte degli indagati e degli assunti coinvolti nella parentopoli provengono dall’area ex-AN, ossia dalla stessa area dell’ex presidente della Regione Polverini: poteva lei non sapere di quello che si muoveva in Atac, considerando anche che la Regione finanzia l’Azienda? Noi pensiamo proprio di no, con tanti cari saluti all’aura di presunte dignità e onestà che si è guadagnata in seguito alle sue tardive dimissioni (e che comunque non le hanno impedito di procedere a nove ultime nomine dirigenziali). Riteniamo anche necessario tenere gli occhi aperti anche nel caso di un cambio di guardia alla Regione e al Comune; per come la vediamo Pd e Pdl sono fatti della stessa pasta, quindi non faremo sconti a nessuno. Infine vogliamo invitare a riflettere che, se il servizio di trasporto pubblico a Roma è vergognoso, è per colpa di queste persone, che, oltre a guadagnare cifre scandalose per quello che fanno, sono assolutamente incompetenti a gestire le politiche del trasporto pubblico della seconda capitale più estesa d’Europa.
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